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Jessica Romero fa appello per bilanciare le forze nella lotta per l'uguaglianza nel suo tributo alla festa della donna

09 marzo 2013 - 00: 00

La giovane Jessica, che nel 1999 venne a Dénia da Guayaquil (Ecuador) per tentare la fortuna e raccogliere fondi, non avrebbe mai immaginato che 14 anni dopo la sua vita sarebbe cambiata così tanto. Venerdì 8 marzo 2013, è stata riconosciuta dalla Città di Denia nella Giornata della donna per i suoi instancabili sforzi nella lotta per migliorare la qualità della vita di suo figlio e dei suoi figli che, come lui, soffrono di malattie "rare".

In un atto semplice ma commovente, Denia ha reso omaggio a questa donna, che è stata accompagnata dai membri di Ludai, l'associazione che presiede, e numerosi dianenses che volevano essere al suo fianco in un giorno così speciale.

L'atto è iniziato con la lettura del manifesto approvato dal Consell de la Dona dai rappresentanti dell'Associazione delle casalinghe; l'associazione DIYAFA delle donne maghrebine e delle loro amiche del Marina Alta; Associazione delle donne della patria; Infodona e Women in Business Club. In esso ha scommesso "una politica di uguaglianza partecipativa, ampia e globale, affinché tutte le persone godano delle stesse condizioni e opportunità di partecipazione alla vita lavorativa, sociale, culturale, familiare e politica, senza alcuna discriminazione".

uguaglianza Councilwoman, Pepa Sivera, ha introdotto Jessica come un forte, combattente, costante e "Bighead" che ha reso Ludai recentemente riconosciuto come Centro per l'assistenza all'infanzia della Marina Alta. Sivera ha ricordato tutte le donne che lavorano tutto l'anno dentro e fuori casa e tutte le donne che continuano a soffrire di disuguaglianza solo perché erano donne.

Il protagonista della giornata non ha potuto fare a meno di emozionarsi durante il suo discorso, nel quale ha avuto parole per la sua famiglia, suo marito e i suoi due figli: Ainara e Alberto; le sue compagne da Ludai e la città di Denia, che lo hanno accolto a braccia aperte fin dal primo giorno.

Per finalizzare l'atto, gli studenti dell'ETC hanno eseguito una performance in cui hanno messo in scena la disuguaglianza nel salario tra uomini e donne e che si è conclusa con un clamoroso "Le nostre mani valgono le tue."

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